Tassi interesse Russia in un’economia smussata dall’inflazione

Con un’inflazione (8,1%) quattro volte superiore all’obiettivo della BCE del 2%, la Banca Centrale Europea ha annunciato la fine del Quantitative Easing e un rialzo dei tassi di 25 punti base a luglio, il primo da 11 anni a questa parte.

Rimane aperta la possibilità di un aumento di 50 punti base a settembre se l’inflazione non dovesse dare segni di rallentamento.

D’altra parte, sembra che i mercati stiano scommettendo su un aumento di 150 punti base entro la fine dell’anno, il che vorrebbe dire due aumenti da 50 punti base e altri due da 25 nelle prossime quattro riunioni.

Le nuove stime rilasciate dalla BCE vedono l’inflazione al 6,8% nel 2022, al 3,5% nel 2023 e solo nel 2024 avvicinarsi al target del 2%. Dall’altra parte le stime del PIL sono state ridotte a +2,8% e 2,1% nel 2023 e 2024.

A tagliare le previsioni di crescita è anche l’OCSE.

Aumento tassi e la reazione dei mercati

Come hanno risposto i mercati all’aumento dei tassi?

I principali listini del vecchio continente chiudono la settimana in forte ribasso. La borsa Italiana perde oltre il 6%, non se la passa meglio quella Tedesca, che lascia sul terreno il 5%.

A preoccupare gli investitori è una possibile recessione che potrebbe interessare l’Europa. Lo Spread tra BTP e BUND raggiunge i 235 punti.

Tutti gli occhi sono ora puntati al prossimo dato sull’inflazione, in uscita alla fine di questo mese.
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